Agricolle e lotta contro l’oidio della Rosa
13gen2012
Si riferiscono i risultati di due prove condotte su rose in vaso (cv Nuvola e Meillandina), nelle quali è stata verificata l’attività contro l’oidio (Podosphaera pannosa var. rosae) di alcuni prodotti non ancora registrati sulla coltura. I fungicidi, impiegati con cadenza settimanale, sono stati i seguenti: boscalid (Cantus), boscalid + pyraclostrobin (Signum), metrafenone (Vivando), spiroxamine (Prosper 300 CS), un prodotto a base di polisaccaridi naturali (Agricolle) e, come standard, dodemorph (Basf-Mehltaumittel). Spiroxamine, alla dose di 15,4 ml/hl, ha fornito i migliori risultati. Tutti gli altri prodotti esaminati hanno contenuto gli attacchi del patogeno in modo soddisfacente, tuttavia i trattamenti con boscalid, boscalid + pyraclostrobin e metrafenone hanno causato la comparsa di leggere macchie di deposito sulle foglie.
Introduzione
La rosa è una tra le specie più tradizionali del nostro Paese per la produzione di fiori recisi e fra le più importanti per valore commerciale degli steli. Con riferimento alla situazione fitosanitaria, il mal bianco, causato da Podosphaera pannosa (Wallr: Fr.) de Bary var. rosae, è una delle malattie più frequenti di questa pianta, e si può dire che non vi sia luogo dove esso non si manifesti. E’ una malattia seriamente dannosa nelle coltivazioni industriali di rosa, sia da fiore reciso sia da vaso fiorito, così importante che le piante devono essere irrorate con antioidici in modo continuo e con cura particolare fin dal momento in cui compaiono le prime tracce dell’infezione. La difesa contro questa malattia è ben nota ai rosicoltori ed universalmente praticata a mezzo di fungicidi appartenenti alla nutrita schiera dei composti triazolici. Inoltre, la disponibilità del bupirimate, del thiophanate-methyl e del più recente kresoxim-metyhl, principi attivi aventi un diverso meccanismo d’azione, consente un certo margine di scelta al floricoltore. Riguardo all’impiego dello zolfo, da circa un decennio ha ripreso piede l’uso in serra dei sublimatori o vaporizzatori, usati in certi periodi dell’anno per la lotta preventiva. Dal punto di vista dei costi, i prodotti necessari per contenere questa
fitopatia sono considerati una quota importante dei fitofarmaci consumati durante l’intero ciclo colturale. Visto che l’oidio è una malattia “dominante” della rosa, la problematica di individuare periodicamente nuovi principi attivi e nuovi formulati è sempre attuale. A questo scopo è stata avviata una sperimentazione per valutare su piante di rosa l’incidenza di P. pannosa in relazione all’impiego di quattro nuovi fungicidi, non ammessi su questa coltura, e di un prodotto biologico di origine naturale, da poco tempo in commercio.
Materiali e metodi
Presso l’azienda dell’Unità di ricerca per la Floricoltura e le Specie ornamentali di Sanremo sono state effettuate nel corso del 2007 due prove, utilizzando piante di rosa in vaso, appartenenti agli ibridi Nuvola, a fiore bianco, e Meillandina, a fiore rosso. Sono stati sperimentati in totale sei principi attivi, di cui cinque chimici e uno di origine naturale, di seguito riportati: boscalid (Cantus, Basf Italia, 50% di p.a.), boscalid + pyraclostrobin (Signum, Basf Italia, 26,7% + 6,7% di p.a.), metrafenone (Vivando, Basf Italia, 42,37% di
p.a.), spiroxamine (Prosper 300CS, Bayer Cropscience, 30,9% di p.a.), un prodotto a base di polisaccaridi naturali (Agricolle, Bioplanet) e, come standard, dodemorph (Basf- Mehltaumittel, Agrimport, 40% di p.a.). Le dosi adottate sono quelle riferite in etichetta o stabilite con i tecnici delle varie ditte che hanno fornito i formulati. Un bagnante a base di diottilsolfosaccinato di sodio (bagnante Green, Green Ravenna, 10% di p.a.) è stato aggiunto a tutti i fungicidi usati. In ambedue le prove è stato adottato come piano sperimentale il blocco randomizzato, con otto tesi (tabella 1). Ogni tesi, composta da 5 vasi di rosa, era distribuita in 5 blocchi, per un totale di 40 piante. I trattamenti sono stati eseguiti con una pompa a mano, utilizzando circa 1 litro d’acqua per tesi e bagnando bene le piante, fino a gocciolamento. A seconda della prova, sono stati effettuati cinque o sei interventi con cadenza settimanale, cominciati allorché sono state notate le prime tracce dell’infezione oidica. Nella prima prova le irrorazioni fogliari sono iniziate il 25/04/2007, nella seconda il 23/08/2007. Il rilievo dei sintomi è stato fatto cinque giorni dopo l’ultimo trattamento, su campioni di 30 foglie composte per pianta, corrispondenti a circa 750 singole foglioline/tesi, raccolte a caso sulla porzione distale degli steli a fiore. Per il calcolo della percentuale di superficie fogliare infetta si è fatto ricorso alla metodologia già riferita in precedenza (Pasini et al., 1997) e i dati medi parcellari, previa trasformazione angolare, sono stati sottoposti all’analisi della varianza.
Risultati
Lo stato della malattia nei testimoni non trattati si è attestato, nei due separati esperimenti, su un valore percentuale intorno al 40%, che è da ritenersi sufficiente per fornire indicazioni circa l’efficacia dei prodotti saggiati. Sia nella prova condotta in primavera, sia in quella estiva-autunnale, tutti i trattamenti hanno significativamente ridotto la gravità degli attacchi di mal bianco in confronto alla tesi non trattata (tabella1).
Nella prima prova, i risultati più soddisfacenti e migliori in assoluto sono stati raggiunti dalla dose più alta di spiroxamine, che ha raggiunto un grado d’azione del 96%. Buona efficacia è stata conseguita nell’ordine anche dai polisaccaridi naturali, dal boscalid, da solo o in miscela con pyraclostrobin, dal metrafenone e dalla spiroxamine a dose ridotta (7,7 ml/hl), che hanno assicurato una protezione equivalente tra di loro e un grado di azione compreso tra 88% e 92%, quindi non molto lontano da quello della tesi migliore. Segue il dodemorph, con una percentuale di superficie fogliare infetta pari al 6,1% e un corrispettivo grado di efficacia
pari al’84,9%. Nella prova successiva, impostata nello stesso modo, i risultati hanno riconfermato quasi del tutto la situazione emersa in precedenza. Ancora una volta, la spiroxamine somministrata alla dose di 15,4 ml/hl, ha determinato la migliore riduzione dell’incidenza della malattia, prossima al 100%. Le altre tesi a confronto hanno mantenuto un’analoga buona attività, sia pure di poco inferiore a quella della tesi migliore. Rispetto alla prima prova, il formulato a base di polisaccaridi questa volta si è posizionato all’ultimo posto della graduatoria, facendo registrare una percentuale di superficie fogliare infetta dell’1,3%, valore percentuale statisticamente differenziato dagli altri prodotti, comunque da considerare ancora molto soddisfacente in termini assoluti.
Conclusioni
Esaminando complessivamente i risultati delle prove, è possibile innanzi tutto delineare la complessiva buona efficacia di tutti i diversi antiodici saggiati. Il comportamento della spiroxamine, quando impiegata alla dose più alta, ha costantemente assicurato un’attività leggermente superiore a quella degli altri prodotti e molto elevata in assoluto. Un altro dato emerso dalla sperimentazione indica che i formulati a base di boscalid, boscalid + pyraclostrobin e metrafenone, pur efficaci contro il patogeno, hanno sporcato leggermente la vegetazione trattata, facendo risaltare al momento del rilievo antiestetici residui sul fogliame delle due cultivar utilizzate.
Infine, non è da trascurare il fatto che nelle nostre prove il formulato a base di polisaccaridi naturali, sviluppato e già commercializzato come insetticida biologico, abbia avuto un effetto collaterale positivo, riuscendo a contenere in modo soddisfacente gli attacchi di mal bianco, quasi al pari degli altri fungicidi di sintesi. Si tratta di un prodotto di origine naturale che potrebbe trovare spazio in strategie di lotta integrata nella rosa e laddove sia necessario gestire con un’appropriata alternanza di fungicidi il potenziale rischio di popolazioni meno sensibili di P. pannosa.
Lavori citati
Pasini C., D’Aquila F., Curir P., Gullino M.L.,1997. Effectiveness of antifungal compounds against rose powdery mildew. Crop Protection, 16, 251-256. Questa ricerca è stata finanziata dal MiPAAF, Fondo “Programma di sviluppo per il Mezzogiorno d’Italia: ricerca ed innovazione tecnologica” (Progetto 205/7303/05, Valorizzazione delle produzioni florovivaistiche del meridione). Pubblicazione n° 37.
ATTI Giornate Fitopatologiche, 2008, 2, 493-496
LOTTA CONTRO L’OIDIO DELLA ROSA: PROVE RECENTI
C. PASINI, M. SACCO, P. CURIR, L. GAGGERO
CRA – Unità di ricerca per la Floricoltura e le Specie Ornamentali