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Applicazioni di funghi micorrizici arbuscolari nel vivaismo orticolo biologico

24ott2012

Nel vivaismo biologico, la nutrizione delle piantine può pregiudicare la qualità del materiale di propagazione.

Il principale problema è dovuto alla scarsa sincronia tra disponibilità degli elementi nutritivi da matrice organica e le esigenze della piantina, le quali si concretizzano in un periodo temporale brevissimo (20‐30 giorni). La applicazione (pre‐inocualzione) di funghi micorrizici arbuscolari (AM) può risultare decisiva nel migliorare la disponibilità di elementi nutritivi, in particolare da matrice organica. L’efficacia della pre‐inoculazione con funghi AM è riportata in letteratura per diverse specie orticole come lattuga, asparago, fragola, pomodoro, peperone, anguria, per le quali è stato osservato migliore accrescimento della piantina, ridotta mortalità dopo il trapianto, nonchè maggiore uniformità di produzione e produttività della coltura. Tuttavia, i riscontri non sono univoci e validi per tutte le specie, evidenziando dunque la necessità di individuare la combinazione più efficace fungo‐substrato‐pianta ospite. La ricerca ha avuto lo scopo di valutare l’effetto sull’accrescimento e nutrizione di piantine di pomodoro (Solanum lycopersicum L.) dell’applicazione di un formulato commerciale contente inoculo di Glomus intraradices (Schenck & Smith) e di due substrati:

1) torba arricchita con fertilizzante organico e microrganismi del suolo, impiegata diffusamente nel vivaismo biologico (Tbio);

2) torba non arricchita in nutrienti e microrganismi (T). Soltanto in questo ultimo caso è stata eseguita la fertirrigazione organica.

Su piantine allo stadio di 3a foglia vera sono stati determinati gli indici di micorrizazione e le principali caratteristiche morfo‐fisiolofiche e chimiche. La frequenza di radici colonizzate da funghi AM è stata più elevata in piante allevate su Tbio rispetto a T (58 vs 25%) così come l’indice di intensità di colonizzazione (8 vs 2%) e la abbondanza di arbuscoli (4 vs 1%). Tra i microrganismi nel substrato Tbio sono dunque presenti anche funghi AM e questi sono capaci di colonizzare l’apparato radicale e di formare strutture arbuscolari più di G. intraradices. Tuttavia, le piantine che hanno mostrato maggiore espansione fogliare, peso fresco e secco totale sono state sia quelle ottenute su Tbio (32 cm2, 1,6 g, 142 mg, nell’ordine) sia quelle allevate in presenza di G. intraradices (36 cm2, 1,6 g, 146 mg). Queste ultime hanno presentato maggiore altezza (16 cm) invece quelle prodotte su Tbio più elevato peso fresco delle radici (0,5 g). La percentuale di sostanza secca della parte aerea è stata del 9 e 7 % rispettivamente, in assenza o presenza di inoculo; in quest’ultimo caso è stata più alta la percentuale di sostanza secca delle radici (17 %). Il contenuto di P più basso (1.640 mg∙kg‐1 ps) è stato registrato in foglie di piante Tbio senza l’aggiunta di G. intraradices, invece i livelli più elevati (6.481 mg∙kg‐1 ps) in presenza di questo fungo, indipendentemente dal tipo di substrato. Il contenuto in ceneri delle foglie (21%) è risultato non differente tra piante allevate su Tbio o in presenza di inoculo. Alla maggiore colonizzazione radicale riscontrata su substrato arricchito in microrganismi del suolo non è corrisposta una maggiore efficacia della simbiosi micorrizica, ugualmente riscontrata con l’impiego del solo G. intraradices.

 Abstract della relazione presentata in occasione del Convegno “Il Vivaismo Orticolo” – Giulia Conversa, Corrado Lazzizera, Anna Bonasia, Antonio Elia

Dipartimento di Scienze Agro‐Ambientali, Chimica e Difesa (DISACD), Facoltà di Agraria, Università degli Studi di Foggia